Alla Ternana non basta la generosità della ripresa

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Purtroppo al Liberati per la Ternana è arrivata la quinta sconfitta stagionale ad opera del Como, compagine che punta senza mezzi termini a conquistare un posto utile per la promozione in serie A. Una partita che ha messo in mostra nel primo tempo la migliore qualità dei lariani emersa prepotentemente dal 30’ minuto nel quale Strefezza ha trafitto Iannarilli, in poi rischiando anche il raddoppio se non fossero state un paio di parate di Iannarilli ad impedirlo. Nella ripresa, però, una Ternana ridisegnata da Breda anche nel modulo passando dal 4-3-2-1 al più conosciuto 3-5-2 ha attaccato costantemente anche se non creando particolari pericoli per la porta di Semper. E proprio nel secondo tempo è venuta fuori la personalità, l’esperienza, il mestiere dei calciatori del Como che hanno esercitato un gioco ostruzionistico, con continui infortuni rivelatisi, poi, solo espedienti per perdere tempo con la complicità di un arbitro che ha passivamente tollerato tali atteggiamenti concedendo alla fine un recupero davvero esiguo per quanto accaduto. Certo la Ternana da un paio di settimane non riesce più a creare azioni pericolose, non riesce più a portare i suoi attaccanti al tiro con continuità evidenziando delle pecche nella costruzione della manovra offensiva.

Analizzando la prestazione dei rossoverdi viene spontaneo chiedersi se sia stato opportuno affrontare la squadra lariana con uno schieramento troppo offensivo con due trequartisti ed un attaccante o se, invece, sarebbe stato più opportuno giocare con due punte come Raimondo e Pereiro con Luperini al posto di Distefano che avrebbe garantito una copertura maggiore a centrocampo e che forse avrebbe svolto meglio, viste le sue caratteristiche, il raccordo tra centrocampo ed attacco. E da quello che è emerso nella ripresa riteniamo che in un centrocampo piuttosto lento e compassato il dinamismo di Favasuli, protagonista di un ottimo impatto, potrebbe essere davvero prezioso. Forse è giunto il momento delle decisioni definitive sulla composizione del centrocampo, troppe volte variato di partita in partita alla ricerca della scelta migliore. Il problema è il tempo che, però, non ce n’è per cui occorre tirare le somme e schierare quel centrocampo che dia le più ampie garanzie in fatto di dinamismo ed aggressività, doti essenziali da mettere sul terreno di gioco con avversari qualitativamente migliori.

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