TERREMOTO NEL CALCIO ITALIANO: c’è la retrocessione d’ufficio | Morto lo storico club di Serie A

Il pallone ufficiale della Serie A Enilive della stagione 2024/2025/LAPRESSE-ternanatime.com
La notizia che era nell’aria è ufficialmente arrivata e non si può più porre rimedio ad una situazione che rende davvero tristi tutti gli amanti del calcio italiano.
La crisi del calcio italiano, ormai conclamata e che purtroppo va avanti da almeno un decennio, se non di più, non riguarda soltanto l’aspetto tecnico e dei risultati delle nostre squadre e della nostra Nazionale, ma ha chiaramente radici molto più profonde, da cui partono e si ramificano tutti gli altri problemi.
Una crisi che non può non riguardare l’aspetto economico, istituzionale, politico e burocratico e che troppo spesso vede collegati tutti questi mondi messi insieme. Ogni estate, per esempio, assistiamo a club, soprattutto di Serie C, ma spesso anche di Serie B, che non sono in grado di ripianare i propri debiti o pagare le quote di iscrizioni ai campionati di riferimento.
Così, immediatamente, per queste squadre, scatta la retrocessione d’ufficio e, in alcuni casi, il fallimento totale, con la ripartenza dal calcio dilettantistico. Questi problemi, però, spesso si verificano anche a campionato in corso e mettono nei guai l’intera regolarità del torneo di riferimento. Qualche club, per esempio, non è in grado di pagare gli stipendi, a volte addirittura di affrontare le spese ordinarie, e rischia l’esclusione dalla competizione.
Si assiste, quindi, a classifiche stravolte durante il campionato, ma soprattutto a fine stagione ed ogni estate c’è la corsa ai ripescaggi e alla possibilità di prendere il posto delle squadre fallite o retrocesse nelle serie inferiori. A volte a dover affrontare questi problemi possono essere anche club di Serie A per i quali, però, spesso c’è maggiore tutela da parte della Federazione.
Calcio italiano, arriva il comunicato ufficiale
Nel frattempo, nelle ultime ore, è arrivata ufficialmente la notizia che uno storico club, che spesso negli ultimi trent’anni ha partecipato al campionato di Serie A, è fuori dal calcio professionistico e non parteciperà nemmeno al campionato di Serie C in cui era stato retrocesso dopo la penalizzazione arrivata al termine del torneo di Serie B.
Parliamo ovviamente del Brescia Calcio che negli anni ha visto giocare con la propria maglia campioni del calibro di Andrea Pirlo, George Hagi, Luca Toni, Pep Guardiola e Roberto Baggio. Un pezzo di storia del nostro calcio, quindi, non sarà iscritto ad alcun campionato professionistico e questo avviene dopo oltre un secolo di partecipazioni ininterrotte.

Brescia fuori dal calcio professionistico, il comunicato
Il Brescia Calcio, quindi, dopo 114 anni è fuori dal calcio professionistico. Questo il comunicato ufficiale che si legge sul sito del Brescia Calcio: “La Federazione delibera di prendere atto della intervenuta non concessione della licenza nazionale 2025/2026 e della conseguente non ammissione della stessa al campionato di serie C”.
Nel lungo comunicato viene ripercorso il conteggio dei debiti e degli emolumenti non pagati dal patron Massimo Cellino, ricordando che la società alla data del 27 maggio non ha ottemperato neppure al versamento della tassa di iscrizione alla C né depositato l’importo richiesto a prima garanzia di 350mila euro, motivo per cui “non ha soddisfatto tutte le condizioni e i requisiti necessari per l’ottenimento della licenza”.