TERNANA, I PROFILI DI DAVID MICACCHI, ROBERTO BORRELLO, 2^ PARTE

di David Micacchi

L’esperienza di Mantova e il ritorno alla Ternana

Un biennio trascorso, a braccetto con l’altro ex rossoverde Vittorio Cozzella, con indosso la maglia del Mantova. Due ottimi campionati di C2, il secondo dei quali coronato con la promozione nella serie superiore da primi della classe. E il ritorno a Terni, nell’estate del 1993, sulla scorta della significativa esperienza professionale vissuta in seno alla compagine lombarda, destinata tuttavia di lì al termine della successiva stagione alla radiazione per fallimento finanziario. Stessa sorte, beffardo il destino, appena toccata in dote ad una Ternana azzerata nei ranghi dal rovinoso epilogo dell’avventurosa esperienza gelfusiana.
Dalla C1 alla B, e di lì giù fino al Campionato Nazionale Dilettanti. Sandro Allegretti è il nuovo presidente. Claudio Tobia in panchina, autentico e irrimpiazzabile simbolo di rinascita. Canzian, Ferraresso, Bignone, De Amicis, Picchiante, Pocetta, Toti, Bardi, un giovanissimo Grandoni,
Cozzella e, naturalmente, Roberto Borrello, custodi di un malcelato e stranito desiderio di rivalsa, con una calorosa piazza da risarcire e un blasone da restaurare.


Il talentuoso centrocampista calabrese, guidato dalle ragioni del cuore, si pone da subito in testa al gruppo, ad assecondare una tacita e ben esercitata leadership. L’abbrivio è dei migliori, coi rossoverdi a macinare punti e avversari. Otto i successi nell’arco delle prime undici gare, fino almeno al brusco rovescio di Monterotondo, alla fine di novembre, e a quello interno per mano del Teramo a chiosa del girone d’andata. Via Tobia, in vece sua Paolo Ammoniaci. Borrello rompe gli indugi sul piano realizzativo alla metà di gennaio, con la doppietta realizzata in occasione del perentorio successo casalingo sul Bastia, e mentre la rincorsa al vertice della graduatoria si fa man mano più irta, il trequartista brancaleonese rimpingua il suo apporto alla causa del gol con la rete del primo vantaggio rifilata al Monterotondo alla fine di marzo, quella che sblocca la successiva sfida esterna in quel di Sant’Egidio, è la metà di aprile, e infine il centro che apre le danze alla
penultima, in casa contro il Fiumicino Isola Sacra, primo di maggio.
Il Teramo si prende la C, i cugini della Narnese la piazza d’onore, Borrello e compagni un risicato podio, che nulla vale in punta di gloria. Per la stagione successiva, quella 1994/95, si riparte pertanto alla ricerca di nuove certezze.

Roberto Borrello, uno dei più tecnici giocatori che abbiano indossato la maglia rossoverde

Nessun ripescaggio, una nuova figura di riferimento al vertice della società quale Franco Fedeli, confermato Ammoniaci al pari di buona parte degli
elementi di maggior rappresentatività della vecchia guardia, al netto delle partenze dei vari Picchiante, Toti, Renzoni e De Amicis, a cominciare proprio da Roberto Borrello, presto orfano tuttavia del compagno di ventura Cozzella, destinato all’approdo all’ambiziosa Viterbese.
Rimpolpate le file con pochi elementi destinati a un impiego continuativo, quali Cotroneo, Moretti, Rosati, Vallarella, Berardi, a breve Clementini e più avanti Maurizi, l’avvio di torneo dei rossoverdi è meno perentorio rispetto a quello trascorso. Il primo squillo di Borrello arriva alla metà di ottobre,
in occasione della sonante vittoria ai danni della Rondinella, con il gol del definitivo 3 a 1.
Leonardo Acori ha già sostituito Ammoniaci in panchina, ma il passo soprattutto lontano dal Liberati si mantiene incerto, e il saldo negativo sul piano dei risultati rispetto ad una tabella di marcia consona all’obiettivo stagionale porta ad un nuovo avvicendamento alla guida, con Massimo
Silva che subentra in gennaio allo stesso Acori.


La vittoria interna ai danni dell’Arezzo di metà mese porta anche la firma di un sempre più imprescindibile Borrello, autore del definitivo raddoppio. In linea generale la squadra non riesce tuttavia a piazzare quello strappo che, in una fase cruciale del torneo come quella in corso, consentirebbe di ipotecare la prima piazza. In marzo Fedeli tenta di pungolare la squadra congelando i rimborsi, il finale di stagione vede i ragazzi di Silva inanellare con ritrovata continuità risultati positivi, ma il duello con la Viterbese di Bagnato è destinato a risolversi in favore dei laziali, seppur di stretta misura. Emblematico l’esito dello scontro diretto in programma alla
penultima, con l’ex Cozzella a portare in vantaggio i padroni di casa e lo stesso Borrello a impattare sul definitivo 1 a 1 il risultato nella fase finale del match, e vale solo per gli archivi la quarta e ultima firma stagionale del fantasista meridionale, decisiva ai fini del successo dei rossoverdi sul
Riccione al passo d’addio del torneo.
La piazza d’onore finale in graduatoria vale ad ogni modo il ripescaggio. La Ternana torna finalmente fra i professionisti. Fedeli rimane in sella anche in vista della successiva stagione agonistica, quella 1995/96, confermando Silva alla guida tecnica di un gruppo destinato stavolta a un profondo rinnovamento. Oltre a Borrello, oramai autentica bandiera rossoverde, rimangono a Terni pochi elementi di peso quali Maurizi, Clementini e Bignone, mentre sul fronte delle entrate un’autentica rivoluzione passa fra gli altri per gli arrivi di Musarra, Onorato, Costa, Marsan,
Baldari, Maranzano, Orsini e Nannipieri. Il quasi trentatreenne Roberto, elemento rappresentativo come pochi altri nella storia recente del sodalizio umbro, conosce un impiego più mirato che continuo.

Al giro di boa del torneo, la matricola rossoverde si attesta in una posizione d’avanguardia che consente di amministrare l’obiettivo dell’accesso ai playoff promozione. Una leggera flessione sul piano dei risultati, e Luciano Spinosi avvicenda in panchina Silva per una breve e sfortunata parentesi, prima dell’approdo di Danilo Pierini alla guida del gruppo con la mira di gestire la fase finale del campionato conservando una proficua posizione in classifica. Col Treviso promosso in C1, la terza piazza finale consente a Borrello e soci di guardare al doppio impegno di semifinale spareggi contro la Fermana con una certa fiducia. L’inattesa debacle dell’andata in quel di Ancona costringe tuttavia i ragazzi di Pierini, guidati in campo dall’esperienza del centrocampista terzisolano, all’impresa sportiva in occasione del retour match del Liberati. E proprio una rete dell’ottimo Roberto apre la strada ad una rimonta poi drammaticamente vanificata all’ultimo tuffo dal gol della beffa di Pennacchietti.

Una delusione cocente, che arriva a coincidere con uno snodo cruciale della storia recente rossoverde. La Ternana volta completamente pagina, muta d’aspetto ma non di pensiero, con il nuovo presidente Alberto Gianni a raccogliere le redini dell’ambizione da Fedeli, e il friulano Luigi Del Neri chiamato a guidare una riscossa reclamata a gran voce da una piazza intera. Ancora una volta, punto fermo imprescindibile e uomo-simbolo in casa rossoverde è Roberto Borrello. Attorno a lui, testimone di oramai mille avvicendamenti, prende forma un organico profondamente rinnovato dagli arrivi, fra gli altri, dei vari Bellotto, Caverzan, Mayer, Manganiello, Verderame, Mengucci, Zanin, Monetta e Rossi, cui si aggiungeranno Modica, Scognamiglio e Stellini. Un inizio di torneo interlocutorio, per Borrello e compagni, poi l’acquisizione del passo di marcia vincente.
Per il prezioso trequartista calabrese, Del Neri ritaglia il dignitoso ruolo di alternativa di lusso, per poi prendere ad affidarsi al suo estro con buona continuità in corrispondenza della fase cruciale della stagione, quella che sancisce di fatto il conseguimento di uno splendido e indiscutibile
primato, col solo Livorno a mantenere pur con un certo affanno il passo trionfale della truppa rossoverde. E’ serie C1. E’ il momento ideale per uno struggente quanto forse inevitabile addio.

Roberto Borrello, ha guidato con ottimi risultati dalla panchina il Gualdo

Sul finire di una carriera calcistica a dir poco significativa, Borrello accetterà poi di nobilitare la piazza di Rieti, militando per un paio di soddisfacenti stagioni nelle file della compagine amaranto- celeste, fresca di ritorno nel Campionato Nazionale Dilettanti, per poi passare in qualità dapprima di allenatore giocatore alla Narnese, campionato di Eccellenza umbra, battendo una strada poi intrapresa appena un paio d’anni dopo da un altro fra i più significativi protagonisti dell’ultima storia rossoverde, Marco Schenardi. Muove da tale esperienza, per l’ex rossoverde, una prima carriera da allenatore tutta spesa in terra umbra, se si eccettua l’annata trascorsa alla guida del Rieti (in C2), fra Orvieto, Gualdo, Arrone, Terni (alla guida di Gabelletta e Sporting) e Spoleto, prima dell’ingresso nell’organico tecnico delle giovanili della Ternana a partire dal 2012.
Una seconda casa quella rossoverde, per il buon Roberto, stella fra gli astri orbitanti attorno a una realtà calcistica che proprio in quella circoscritta fase storica, pur fra alterne vicende societarie, fu capace di raccogliere attorno alla propria aura l’incondizionata passione di una città intera, mai
come allora affamata di genuine emozioni calcistiche.
Grazie, Roberto.

Grazie Roberto per tutto quello che hai dato alla maglia rossoverde e per tutte le magie con cui hai esaltato i tifosi delle Fere!

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