“Maradona? L’ho mandato sotto la neve” I Moggi non dimentica, ecco perchè l’ha punito
Diego Armando Maradona con la maglia del Napoli - Foto Lapresse - Ternanatime.com

Moggi racconta un aneddoto che svela una punizione che inflisse a Diego Armando Maradona, ecco cosa lo spinse a prendere una simile decisione
Luciano Moggi è tornato a parlare di recente, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, in cui ha ripercorso la vicenda Calciopoli che ha portato alla radiazione dal mondo del calcio, con estreme conseguenze per la Juventus, condannata alla retrocessione e alla revoca di due scudetti.
I bianconeri avevano dominato il campionato che ha preceduto la vittoria dei Mondiali da parte dell’Italia, nel 2006, con un organico di livello internazionale, guidato da Fabio Capello, e un attacco che poteva contare sull’apporto realizzativo di Alex Del Piero, di David Trezeguet e di uno Zlatan Ibrahimovic in rampa di lancio.
Ma se in serie A il percorso fu netto, con un distacco notevole rispetto alle rivali, il cammino in Europa fu deludente, con un’eliminazione anticipata in Champions League, in un’annata in cui era indicata come una delle pretendenti alla vittoria.
Moggi è stato direttore generale della Juventus per dodici anni e aveva vinto la Coppa nel 1996, battendo l’Ajax nella finale disputata a Roma, andando poi a un passo dal bis in altre due occasioni.
Moggi non ha vinto solo con la Juventus
Ma prima di essere messo sotto contratto dalla Juventus, Moggi ha lavorato per altri club italiani, compreso il Napoli. In Campania ha svolto il ruolo di direttore sportivo dal 1987 al 1991, nel periodo in cui Diego Armando Maradona incantava il Mondo e lasciava un ricordo indelebile nel popolo partenopeo.
Ma di fronte a un talento sconfinato, il numero 10 argentino non era sempre ben disposto a dare il massimo. Moggi ha avuto il coraggio di imporsi e punirlo, con l’intento di fargli credere di non essere indispensabile.

In panchina sotto la neve, Maradona punito da Moggi
In occasione di un match europeo decise di non farlo giocare: “A Mosca si presentò il giorno dopo: troppo facile mandarlo in tribuna, al caldo, lo misi in panchina sotto la neve. Mai trattare i campioni in modo diverso, perdi credibilità agli occhi del gruppo”.
Un insegnamento da cui tutti possono trarre esempio, in un mondo del calcio in cui i giocatori si impuntano anche andando contro alle società nel caso di voci di mercato e di possibili trasferimenti.
