“Non ho mica avuto l’ergastolo”: MOGGI SI TOGLIE I SASSOLINI I E su Tudor: “L’ha chiamata come me…”
Igor Tudor a Torino - Foto Lapresse - Ternanatime.com

L’ex Juventus si espone senza peli sulla lingua, raccontando il suo rapporto con la tifoseria e con l’attuale tecnico dei bianconeri
Igor Tudor conosce bene l’ambiente juventino, dato che ha indossato per sette stagioni la maglia bianconera, con una finale di Champions League raggiunta e alcuni trionfi in campionato. All’epoca alla guida del club vi era una figura che è stata condannata in seguito al caso Calciopoli ma che aveva instaurato un rapporto amichevole con i giocatori.
Intervistato da La Gazzetta, ha svelato un retroscena molto curioso. In Croazia Tudor ha chiamato una barca come lui: “I miei ragazzi mi hanno voluto tutti bene. E me ne vogliono ancora”.
Dice, poi, la sua su come lo vede nei panni di allenatore di una squadra di cui è stato baluardo del reparto arretrato: “Igor è un leader, deve capire che le sue fortune passano da Vlahovic, ma che Vlahovic va mandato in campo dalla panchina, se gira Dusan si può pensare ai primi quattro posti“.
Non loda l’operato della dirigenza, con alcune operazioni in entrata che non sono state comprese: “Avrei costruito la squadra con un centrocampista in più, e magari un difensore, e con meno uomini offensivi”.
L’ex leader della Juventus è ancora apprezzato da molti tifosi
Lui è Luciano Moggi che torna a parlare riguardo a Calciopoli, vicenda che ha comportato la retrocessione in B della Juventus e la revoca di due scudetti: “La grazia la chiede chi ha avuto un ergastolo. Ho pagato, sto pagando, ma non ho ammazzato nessuno e la gente lo sa”.
Ecco perché, in giro per Torino, in molti lo fermano per chiedergli un selfie e per conversare di calcio, ambiente da cui è stato radiato con una sentenza che ha cambiato la storia del club più titolato d’Italia.

C’è un prima e un dopo Calciopoli nella storia della Juventus
La Juventus si è trovata a dovere scendere di categoria, in un’estate concitata, coincisa con la vittoria dei Mondiali da parte della Nazionale italiana. Molti campioni hanno deciso di non cambiare casacca e hanno costituito le fondamenta su cui ripartire.
Hanno fatto seguito, poi, alcune annate con un rendimento altalenante, fino all’inaugurazione dello stadio di proprietà e l’arrivo in panchina di Antonio Conte, con il dominio in Italia lo scorso decennio.
