RICORDANDO VELIO CON I SUOI ARGUTI EDITORIALI- articolo n.3
Velio De Santis nel corso di una trasmissione a Tele Galileo
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SPAZIO VERDE TERNI-SALDI DAL 10 AL 30% SU ARREDO GIARDINO
Oggi pubblichiamo, continuando la nostra rassegna, l’editoriale di Velio De Santis tratto dal numero 3 del 7 ottobre del 2007 di ValnerinaIn
” LO SPORT IN POLTRONA, DAVANTI ALLA TV “
Per raggiunti limiti di età ma, soprattutto, per la mia invincibile pigrizia, mi appresto a vivere gli eventi sportivi domenicali rigorosamente sdraiato davanti alla televisione avendo oltretutto rinunciato al proposito di non cedere alle lusinghe della Pay-tv. Per quanto sia ben altra cosa assistere direttamente alle gare è però indiscutibile che non c’è altro modo se non quello televisivo per seguire grandi manifestazioni sportive che si svolgono magari all’estero. L’ultima domenica ho assistito assonnato al naufragio della Ferrari sul circuito del Fuji vittima di un estremo attacco di nostalgia per la dipartita di Schumacher ed anche di Ross Brown e furente di indignazione per il compromesso ( che qualcuno avrebbe definito ” italiano ) della FIA che, accertata la frode, ha punito la Mac Laren ma salvato i suoi piloti che da quell’inganno hanno sicuramente tratto beneficio. Mi chiedo cosa sarebbe accaduto a parti rovesciate e che cosa avrebbe detto al riguardo lo spocchioso Ron Dennis. Quello che mi fa più imbufalire è l’atteggiamento di quegli italiani, compreso un consistente numero di addetti ai lavori, che al tempo del dominio Ferrari confessavano di annoiarsi dimenticando i venti anni nei quali il Cavallino rampante aveva ricoperto, con affanno, l’inconsueto ruolo del comprimario. Il giorno precedente si era conclusa l’avventura mondiale del rugby azzurro cresciuto enormemente ma ancora lontano dalla ristretta élite delle superpotenze della palla ovale. È finita con le lacrime di Alessandro Troncon, durante lo struggente addio alla nazionale, particolarmente toccanti quando sgorgano dal viso di uomini forti votati al sacrificio ed alla sofferenza. Ben altra cosa del garrulo rifiuto di Totti e Nesta, miliardari senz’anima, preoccupati che la nazionale potesse togliere loro qualche ulteriore occasione di guadagno. Domenica è stato anche il giorno della consacrazione della nazionale di pallavolo femminile che ha conquistato l’europeo dopo che i loro colleghi maschi avevano, solo un mese fa, fallito largamente l’obiettivo. Questo trionfo arriva anche dopo che le belle e brave atlete avevano esonerato il vecchio allenatore Bonitta che le aveva condotte addirittura alla conquista del mondiale. Su questa vicenda di cui naturalmente non conosco i particolari forse troveremo l’occasione di ritornare per quanto la vittoria cancelli ogni dubbio e fa in modo, per così dire, che tutti i salmi finiscano in gloria.
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Ma l’ultimo giorno di settembre è stato soprattutto quello dell’incredibile bis di Bettini esattamente 15 anni dopo l’analogo doppio exploit di Bugno. Per noi irriducibili appassionati di questo straordinario sport è ormai obbligo gioire con riserva anche per le imprese più esaltanti dei campioni del pedale nel timore di scoprire che a scatenare il nostro entusiasmo è stato il progresso e l’inganno della chimica e non l’intrinseco valore dell’atleta. Bettini, però, con quell’aria da pulcino bagnato e con la sua capacità di attingere ad inimmaginabili risorse quando ormai sembra essere allo stremo riesce sempre a farsi voler bene. Il mondiale 2007 è anche quello di Alessandro Bertolini, esordiente in maglia azzurra a 36 anni dopo una vita sportiva da professionista sofferta e quasi anonima. Per me che sono abituato a frugare tra i dilettanti per cercare futuri campioni, prendendo anche delle topiche colossali, la scoperta di Bertolini, fortissimo su qualunque terreno, sembrava a prova di successive e ahimè frequenti disillusioni. Deve essere stato davvero difficile per l’atleta di Mori accettare un destino mediocre dopo aver conosciuto precocemente la gloria e il successo. Per quali ragioni, ben oltre il trent’anni, si sia riscoperto corridore eccellente può forse meglio spiegarcelo l’ottimo dottor Martella. Ciò che conta è la strabiliante posizione di Stoccarda che ci ha fatto gridare al miracolo e fremere ( con riserva ) di autentico entusiasmo. ( Velio De Santis )
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