L’addio al calcio di Fabio Lucioni

Un ternano ignorato dalla società rossoverde dei primi anni 2000 che ha avuto successo anche in serie A

L’addio al calcio di Fabio Lucioni

Fabio Lucioni ( foto Vairo Nulli )

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Nel leggere i giornali stamane ho appreso la notizia dell’addio al calcio di Fabio Lucioni, un calciatore ternano che non ha avuto fortuna a Terni perchè ignorato da una società, i cui dirigenti operativi a Terni a quei tempi, 2005/2006 -2007/2008, avevano altro a cui pensare, liti, cause, giocatori di valore fuori rosa, e non a giovani calciatori che avrebbero potuto rappresentare la fortuna della società stessa e dello stesso giocatore. E tra questi c’era anche lui, Fabio Lucioni, classe 1987, che ha conosciuto solo per 14 volte la soddisfazione di indossare la maglia rossoverde. Poi, una serie infinita di prestiti, Monopoli, Noicattaro, Gela, ma il giocatore stava crescendo e da lì in poi una serie di soddisfazioni incredibili nello Spezia, nella Reggina, nel Benevento, nel Lecce, nel Frosinone, nel Palermo a dimostrazione dell’incompetenza e dell’astio nutrito in quel periodo verso il ragazzo e verso il giocatore Fabio Lucioni.

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Di soddisfazioni se ne è tolte tante: le 44 presenze in serie A con i 3 gol realizzati, le 251 in serie B con 14 gol realizzati con quel suo tempismo e quella sua elevazione che rendevano micidiale il suo colpo di testa per i portieri avversari. E ne sa qualcosa anche Stefano Ambrosi in quell’incontro di finale di Supercoppa del 17 maggio del 2012 quando al Picco Lucioni di testa realizzò il gol della vittoria degli aquilotti. Fabio era anche un ottimo difensore che difficilmente si dava per vinto anche contro gli attaccanti più famosi e non è un caso che se una società puntava a vincere la B Fabio era uno dei primi ad essere scelto. Ora Fabio deve lasciare per un problema fisico ma come ha dichiarato vuol restare nel mondo del calcio come direttore sportivo. Ed allora oltre a complimentarci con lui per quanto ha dato al calcio in tutti questi anni gli rivolgiamo i nostri auguri per ripetersi in quel mondo in cui con la sua umiltà, ne siamo certi, saprà destreggiarsi abilmente.

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