“UOMO RAGNO?”: Il mister entrò in casa, la fidanzata scappò sul terrazzo I Da lì nasce il mito del nazionale
L'Italia ai Mondiali del 1990 - Foto Instagram - Ternanatime.com

L’ex giocatore della Nazionale spiega il motivo del soprannome che lo ha reso celebre, il racconto di un divertente e scabroso aneddoto
Il Mondiale del 1990 è rimasto un ricordo indelebile per milioni di italiani che hanno potuto assistere al principale torneo per Nazionali nel nostro Paese per quella che è stata una manifestazione che ha visto protagonisti i principali campioni dell’epoca. Gli azzurri erano tra i favoriti per la vittoria, spinti dal sostegno dei tifosi e dall’entusiasmo di essere la squadra ospitante.
Dopo un percorso netto, il sogno di vincere, otto anni dopo il trionfo in Spagna, è stato spezzato dal colpo di testa di Caniggia nella semifinale contro l’Argentina, che ha poi eliminato l’Italia ai calci di rigore e l’ha costretta ad accontentarsi del gradino più basso del podio.
Il portiere titolare era il numero 1 dell’Inter, club in cui ha militato per ben 12 stagioni, diventando uno degli idoli della curva nerazzurra. Dopo essere cresciuto nella cantera interista, ha conquistato un posto da protagonista in prima squadra dopo alcune esperienze nelle categorie inferiori.
Tra queste vi è stata anche quella con la Sambenedettese, quando è stato allenato da Nedo Sonetti. In una recente intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha raccontato un episodio relativo alla sua parentesi nel club marchigiano, prima del debutto in Serie B, contro la Lazio, nel 1981.
Una vicenda da commedia sexy all’italiana
Una richiesta non ascoltata: “Il giovedì, come sempre, la mia fidanzata viene da Milano e come sempre starà da me fino alla domenica. Il giovedì Sonetti mi fa: ‘Walter, la tua ragazza oggi non arriva, vero? Abbiamo una partita troppo importante’. Io: ‘Ma no, mister, si figuri’. Lei era già sul treno“.
Un finale tragicomico: “Sonetti però fiuta qualcosa e la sera si presenta in ispezione nella palazzina in cui abito, dietro la tribuna dello stadio. Io nascondo lei sul terrazzino di un ufficio, assieme alla sua valigia“.

Ecco spiegato come mai era chiamato l’Uomo Ragno
Lui è Walter Zenga, soprannominato l’Uomo Ragno, ecco perché: “È il 1992, l’anno del boom della canzone degli 883. Sacchi mi taglia dalla Nazionale. Ad Appiano un cronista mi chiede: ‘Walter, che cosa pensi di questa esclusione?‘”.
La sua risposta farà la storia: “Tiro su la zip della tuta nera e rispondo canticchiando: ‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno, chi sia stato non si sa, forse Sacchi, Matarrese, Carmignani chi lo sa. Il giorno dopo esce un paginone su questa cosa e divento l’Uomo Ragno“.
