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ALESSANDRO CAVALLI:”ABBIAMO RIPORTATO LO SPOLETO IN ECCELLENZA RIAVVICINANDO I TIFOSI ALLA SQUADRA” VIDEO-INTERVISTA

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Alessandro Cavalli è uno di quei tecnici che, come affermano quasi tutti gli addetti ai lavori, sa insegnare calcio e che ha conseguito quest’anno con lo Spoleto Calcio la promozione nel campionato di Eccellenza, un ritorno importante per la squadra della Città del Festival dei Due Mondi in considerazione dei suoi trascorsi anche nei campionati di categoria superiore. Lo abbiamo incontrato per una intervista e subito gli abbiamo chiesto quanto sia stato difficile conseguire l’agognata promozione.

” Era un campionato molto difficile dove di fatto c’erano tre squadre agguerrite per il titolo ovvero noi, San Venanzo e Foligno Noi abbiamo fatto un campionato dai due volti perché il girone di andata abbiamo fatto 40 punti su 45 disponibili poi dopo il girone di ritorno, causa qualche squalifica e qualche infortunio di troppo, ci si è inceppato un po’ il percorso tra gennaio e marzo. Siamo arrivati di fatto in campionato terzi a cinque punti dalle prime poi abbiamo giocato i play-off con un unico risultato a disposizione dopo essere stati fermi 20 giorni. Un po’ come la Ternana in attesa degli sviluppi delle altre partite e abbiamo disputato la partita decisiva a Foligno con un risultato a disposizione e abbiamo avuto la fortuna e la bravura di vincere per 1-0 contro i falchetti”.

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Che soddisfazione è stata, Alessandro, tu che negli ultimi anni eri abituato a guidare le squadre dei settori giovanili. È stata una grande soddisfazione al di là del fatto che io a Spoleto già ero stato l’anno prima del Covid in Eccellenza e poi, tra l’altro, io sono molto legato a Spoleto città perché mia madre era nata lì, avevo i nonni lì ed ho passato l’infanzia e l’adolescenza lì. È stata una soddisfazione enorme perché abbiamo dovuto combattere tra mille difficoltà soprattutto tipo logistico organizzativo perché abbiamo cambiato quattro campi da gioco perché lo stadio ci è stato tolto a causa dei lavori ed anche i campi d’allenamento ne abbiamo cambiati tanti. Non è mai semplice, però, abbiamo tenuto botta, la qualità della rosa era molto buona, quindi siamo stati bravi e fortunati ad arrivare fino in fondo raggiungendo l’obiettivo. Purtroppo anche nella prossima stagione saremo fuori casa ovvero per gli allenamenti e per le partite utilizzeremo il campo di San Giovanni di Baiano che si trova a 5 minuti da Spoleto.

Poi, Alessandro affronta il capitolo relativo ai tifosi che, comunque, sembra che abbiano ridestato il proprio interesse per la squadra della loro città. “ Quest’anno abbiamo riportato un po’ di gente allo stadio e non dimentichiamo pure che abbiamo disputato quest’anno una finale di Coppa Italia al Curi e vinto un campionato di promozione. Al Renato Curi per la finale di Coppa sono venuti 500 spoletini e anche per la finalissima a Foligno c’era tanta gente e mi dicono i dirigenti storici che questa cosa non si vedeva da anni. Ora, vedremo se saremo in grado di mantenere questo trend”.

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Campionato di categoria superiore e, quindi, ci sarà la necessità di ridisegnare la rosa. Chi ti aiuterà in questo compito difficile? ” Noi abbiamo Alberto Del Frate che è il direttore sportivo storico dello Spoleto che è un grande conoscitore del calcio dilettantistico. Sì dobbiamo cambiare un po’ perché la differenza di categoria c’è . Fermo restando che io a questa squadra che ha vinto questo campionato quest’anno sarò sempre grato perché il merito è veramente tutto dei ragazzi perché sono stati sia sul piano tecnico che sul piano dell’approccio all’impegno sono stati encomiabili. È chiaro che bisogna fare delle scelte e le scelte sono sempre dolorose ma ci siamo lasciati bene con tutti quelli che non faranno più parte della rosa. Tra le altre cose in squadra avevo tanti ternani e tra l’altro il gol che ci ha portato in eccellenza è stato segnato al 92º da un ex rossoverde ovvero Moreno Agostini che è un giocatore che io ho avuto tanti anni sia nel settore giovanile che nelle prime squadre. Purtroppo, causa un infortunio a un ginocchio, ha potuto fare poche partite ma ha fatto un gesto tecnico su questa punizione che ha deciso il nostro destino dove si sono incrociati i destini di due ternani perché ha difendere la porta del Foligno c’era Pasquale Cunzi”.

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È d’obbligo, poi, domandare ad Alessandro se si sente più portato ad operare nei settori giovanili o nelle prime squadre. È chiaro che nelle prime squadre è molta più gestione che insegnamento però è vero pure che alla mia età la forbice generazionale rispetto ai giovani è un po’ distante e quindi preferisco, anche per stimoli miei personali ormai, tranne l’ultimo biennio nel Terni FC,e venivo da 10 anni di prime squadre, mi sento un po’ più tagliato per quel tipo di mondo lì. Quello che più mi manca sono i due cicli diversi vissuti alla Ternana e secondo me lì ho espresso il meglio al di là del ciclo dell’Atletico Orte dove dalla Prima Categoria siamo andati in Eccellenza e oltre al Campitello, l’anno degli allievi, che non lo ricorda nessuno ma con gli allievi 2001 abbiamo fatto la finale scudetto nazionale dilettantistica ed è stato un grande risultato. Mi manca il mondo di giovanile professionistico quello sì perché quella è la massima espressione secondo me in cui un allenatore si possa esprimere. Purtroppo non sono riuscito a concluderlo quel ciclo, peraltro anche contributivo perché mi mancano 2 anni per per prendere la pensione d’allenatore professionista che però viene riconosciuta soltanto nel professionismo appunto. Io con la scuola non posso allontanarmi, con la Ternana le porte sono tutte chiuse per il sottoscritto quindi ormai me ne sono fatto una ragione. Ci rinuncerò, però, non rinnego neanche tutti gli anni in cui sono stato lì che sono stati gli anni secondo me migliori . Purtroppo c’è stato sempre il veto di qualcuno con la solita storia “sì è molto bravo ma caratterialmente…” che è un po’ il il mantra che ricorre ogni volta che si parla di me ma, io ripeto, se faccio un certo tipo di calcio avrò pure dei limiti ma non mi sembra che gli altri siano immuni come dire o siano perfetti o non abbiano lacune. Ecco purtroppo questo è un un rammarico che ho. Ecco mi piaceva molto ritornare in quello scenario lì perché penso di di poter dare ancora tanto però chiaramente ripeto le porte sono state sempre chiuse”.

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Poi, sul finale dell’intervista Alessandro parla di coloro che lo hanno particolarmente amato e stimato e vengono fuori i nomi soprattutto di Omero Andreani, un allenatore di grande qualità non apprezzato per quello che valeva, di Claudio Tobia da cui ha appreso i primi consiglio su come fare lo scouting. E non dimentica altri allenatori che ha apprezzato da giovanissimo ovvero Danilo Pierini, Giuliani, Feliciotti e Luciano Marini. E su Omero Andreani ha un aneddoto da raccontare Alessandro. ” Purtroppo vicende personali l’hanno molto limitato. Io, Ivano, ti posso raccontare quando ho fatto il corso a Coverciano ho avuto in una lezione Arrigo Sacchi di cui Omero parlava sempre. Io sono andato da lui, l’ho saluto portandogli i saluti di Omero e per tutta risposta lui mi disse testualmente ” Io ho imparato tutto da quel signore lì di Terni “. Il finale di intervista è alquanto commovente per chi lo ha intervistato perchè i fratelli Paolo, Enrico, Giorgio, quest’ultimo il papà di Alessandro, sono stati per il sottoscritto degli autentici maestri. E non solo calcistici ma soprattutto per gli insegnamenti sul piano umano, per i consigli su come affrontare la vita e le sue vicissitudini. Grazie ad Alessandro, a cui auguriamo di dare tanto al calcio della nostra regione, per l’intervista concessa a Ternana Time.

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Ivano Mari

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