Terremoto Inter: "non ha raggiunto l'idoneità sportiva" | Non può più scendere in campo: carriera finita - Ternana Time

Terremoto Inter: “non ha raggiunto l’idoneità sportiva” | Non può più scendere in campo: carriera finita

Terremoto Inter: “non ha raggiunto l’idoneità sportiva” | Non può più scendere in campo: carriera finita

Lo Stadio di San Siro prima di una partita dell'Inter/LAPRESSE-ternanatime.com

Guai e noie muscolari e un’idoneità sportiva che non può essere più una certezza per scendere tranquillamente in campo.

In casa Inter, così come in tante altre squadre è successo e purtroppo succederà ancora, ci sono stati dei traumi, infortuni gravi o vicissitudini personali di alcuni calciatori, che ne hanno rallentato la crescita, evitato l’esplosione definitiva o messo in stand-by una carriera che sembrava poter entrare nella leggenda.

Nel corso degli anni, infatti, i tifosi nerazzurri che ora stanno vivendo degli anni di gioie e grandi soddisfazioni, hanno dovuto vivere delle delusioni cocenti e non solo a livello di risultati. Ci sono stati, in passato, infatti, dei calciatori che erano entrati nei cuori degli interisti, ma poi hanno avuto dei problemi di vario tipo che li hanno allontanati da Milano.

Prima di tutto, in questo discorso, non si possono non citare due brasiliani, Ronaldo e Adriano, che sono stati sicuramente tra i calciatori più amati di sempre in casa nerazzurra. Il primo, proprio nell’apice della sua carriera, ha avuto diversi problemi a livello di infortuni che ne hanno bloccato per qualche anno la grande ascesa calcistica. Il secondo, invece, causa depressione e problemi con l’alcool ha dovuto dire addio all’Inter nel 2009.

Ci sono poi da ricordare, purtroppo, anche i caso Kanu ed Eriksen. I due, anche se in epoche diverse, hanno dovuto fare i conti con seri problemi cardiaci che ne hanno minato il prosieguo della carriera e lo hanno fatto quando vestivano proprio la maglia dell’Inter. Per fortuna, però, la loro vita è andata avanti e anche la loro carriera, anche se quest’ultima lontano da Milano.

Dall’Inter all’Inferno, il racconto dell’ex portiere

Da raccontare e ricordare, però, c’è anche il caso di Andrea Mazzantini, portiere di Serie A e B tra gli anni ’90 e quelli 2000, ricordato soprattutto con la maglia del Perugia, ma che ha militato anche nell’Inter. Oggi ha 51 anni e insegna ai giovani. Queste le sue parole in merito in un’intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com: “Alleno nella scuola calcio di Roberto Mancini, a Jesi. Quando sento ragazzi che hanno dolore alle dita mi viene da ridere, io ho giocato in condizioni peggiori”.

Questo perché, in passato, secondo quanto racconta, Mazzantini ha giocato senza una spalla, ma non lo ha mai saputo nessuno: “I miei movimenti erano molto limitati. Dal lato sinistro mi buttavo sempre con due mani, non riuscivo a distendermi. Durante Venezia-Juve di Coppa Italia, nel 1993, mi ruppi cartilagine e rotatori della spalla. Per i medici avrei dovuto smettere e invece ho continuato. Prima a Venezia, poi all’Inter e al Perugia, la parentesi più importante della mia carriera” (1999-2002).

Andrea Mazzantini
Andrea Mazzantini, ex portiere Inter, qui con la maglia del Perugia, e le sue vicissitudini da calciatore/ILCUOIO-ternanatime.com

Mazzantini, il racconto dell’incidente che pose fine alla carriera

Mazzantini, però, racconta cosa ha poi realmente messo fine alla sua carriera, non riuscendosi più a rialzarsi: “Avevo molte offerte dalla Turchia, nessuno lo sa. Mi volevano Fenerbache e Besiktas. Ma decisi di testa mia e firmai con il Siena. Ed è proprio vicino a casa che accadde l’incidente. All’incrocio avevo diritto di precedenza, una ragazza mi colpì con la sua macchina. Due ernie cervicali: Ero pronto a recuperare, a prendermi le mie responsabilità pur di avere le idoneità. Io volevo giocare”.

La volontà, però, questa volta non è stata sufficiente e Mazzantini racconta: “Nessun dottore volle prendersi la responsabilità di concedermi l’idoneità e il Siena a quel punto decise di rescindere il contratto. Delusione? Tanta: Ero nel pieno della mia carriera e stavo bene, ma finì tutto dall’oggi al domani. Non mi ero organizzato ancora il futuro, ho passato momenti molto brutti”.