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Un comunicato della delegazione di Terni della FIGC del 17 aprile 2025 ha portato a conoscenza un fatto increscioso accaduto nel corso della partita degli Allievi U. 17 Sporting Terni-Sangemini, terminata 0-4, in cui un dirigente della società ternana avrebbe, secondo quanto recita il comunicato, rivolto frasi irriguardose e minacciose nei confronti di un arbitro donna e, cosa ancor più grave, prendendo ad esempio a quanto accaduto ad Ilaria Sula, la ragazza ternana uccisa barbaramente dal suo ex fidanzato. Frasi inaccettabili che hanno suscitato clamore nel mondo giovanile calcistico ternano. A tal proposito il presidente dello Sporting Terni, Maurizio Gambino, ha rilasciato all’Ansa la seguente dichiarazione. «Molti di noi – afferma Gambino – erano presenti con commozione e dolore ai funerali di Ilaria Sula e anche per questo l’accaduto ci colpisce molto. Sicuramente, lo dico a titolo personale e come presidente dello Sporting Terni, ci dissociamo completamente da certe frasi. Non sono testimone diretto, non ero presente al campo, ma chiedo alla giustizia sportiva, alla procura federale e, se verrà interessata, alla procura ordinaria di fare luce sull’accaduto e chiarire come sono andate le cose, anche nel pieno rispetto del diritto di difesa. Se fossi certo che un nostro giocatore, allenatore o dirigente avesse pronunciato una frase del genere, lo caccerei via immediatamente. Immaginare che un genitore (il dirigente squalificato è padre di un atleta della squadra Allievi Under 17 dello Sporting Terni) possa dire certe parole, è inammissibile. Lo è ora, ma anche prima della tragica vicenda di Ilaria e in futuro».
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Stigmatizzare quanto avvenuto in quella partita e il comportamento descritto nel comunicato stampa è doveroso farlo senza se e senza ma è altrettanto doveroso invitare i genitori dei bambini, anche quelli della scuola calcio, ad essere rispettosi dei propri figli e di quelli degli altri con comportamenti adeguati e che rispettino i principi della buona educazione. Capita spesso di assistere alle partite di bambini di 7/8 anni e sentire ingiurie, minacce, inviti al gioco falloso, parole non certo edificanti all’indirizzo degli avversari. Non è questo il modo di educare i propri figli e farli crescere in modo adeguato con principi di rispetto verso gli altri. Lo sport deve accomunare, unire e non dividere come fanno con i propri comportamenti taluni genitori che, a nostro avviso, farebbero bene ad accompagnare i propri figli al campo e andarli a riprendere quando l’allenamento o la partita è terminata. Sicuramente si risparmierebbero una brutta figura!
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