“Ho un tumore al cervello” | Maurizio Sarri è in lacrime: non se lo meritava, ufficiale l’addio al calcio

Maurizio Sarri - Foto Lapresse - Ternanatime.com

Il dispiacere di Maurizio Sarri di fronte all’annuncio del suo ritiro dal mondo del calcio, ha un tumore ed è costretto a pensare alla salute
Maurizio Sarri è da più di un anno senza panchina. Dopo l’esonero alla Lazio la scorsa primavera non è arrivata nessuna proposta che convincesse il tecnico toscano, che si candida per prendere il timone di un top club italiano la prossima stagione.
L’esperienza, anche in campo internazionale, e un credo calcistico innovativo sono gli elementi che lo hanno reso tra i mister più apprezzati dell’ultimo decennio.
Tra i successi un Europa League conquistata con il Chelsea e l’ultimo dei nove scudetti di fila alzati dalla Juventus, passato in sordina ma, a distanza di anni, frutto di un ottimo lavoro svolto alla Continassa.
E proprio nel suo anno in bianconero, coinciso con lo scoppio della pandemia e concluso in estate, si è trovato ad allenare un giovane prospetto della cantera, che con lui ha esordito sia in Champions League che in campionato, per poi proseguire la sua carriera all’Atalanta.
Un tumore al cervello lo costringe ad abbandonare il mondo del calcio
Le sue ultime esperienze sono state con la Reggiana in B e con i portoghesi del Tondela. La sua parentesi calcistica si è fermata quando tre anni fa gli è stato diagnosticato un raro tumore al cervello e poco fa è arrivato l’annuncio del suo ritiro dal calcio.
Lui è Simone Muratore, centrocampista che scritto un lungo post su Instagram per spiegare i motivi di questa decisione: “Sono stati giorni, settimane, mesi, anni di sofferenza. Era come se fossi tornato un bambino e ho dovuto ricominciare tutto da capo“.

Una scelta drastica dopo il tentativo di tornare in campo
A soli 26 anni appende gli scarpini al chiodo: “Oggi metto un punto alla mia carriera da giocatore, ci ho provato fino alla fine a tornare, ci ho messo lacrime e sudore, ma non ero più come prima, mi sono reso conto che comunque avevo la fortuna di essere guarito e di stare bene“.
Il calcio passa in secondo piano di fronte a una salute da tutelare e non resta che augurare il meglio a un giovane talento che ha visto la sua vita stravolgersi all’improvviso.