Champions, Europeo e scudetto con la Juve: un gesto gli rovina la carriera | Accusato di antisemitismo

Juventus/ fonte X- ternanatime.com

Un calciatore che nella sua carriera ha vinto tutto e ha giocato anche in Italia è stato accusato di antisemitismo.
Antisemitismo è un termine che negli ultimi tempi, purtroppo, è tornato prepotentemente di moda a causa della crisi che si sta vivendo, l’ennesima, in Medio-Oriente e nella striscia di Gaza. I bombardamenti del governo israeliano contro quel pezzo di territorio stanno creando distruzione e morte, ma soprattutto fanno gridare al “genocidio”.
Termine che non a tutti piace, ma che soprattutto non trova d’accordo chi difende il popolo israeliano che, pur condannando il comportamento del capo di Stato, Netanyahu, vuole far valere le ragioni di una Nazione che ha visto come un affronto inconcepibile l’attacco di Hamas dell’ottobre 2023.
Facile, quindi, che due schieramenti, dalle posizioni e ideologie inconciliabili, possano scontrarsi su questi temi e, purtroppo, a volte, chi usa la parola “genocidio” per descrivere ciò che si sta consumando a Gaza, viene spesso etichettato come, appunto, antisemita.
In passato, poco più di undici anni fa, il termine antisemita fu accusato per descrivere l’esultanza ed il comportamento di un calciatore. Uno di quelli famosi, uno di quelli che non possono far discutere, uno di quelli che hanno vinto tutto e vestito le maglie di squadre importantissime, come il Real Madrid, l’Arsenal, il Chelsea, la Nazionale francese e, addirittura, la Juventus.
Antisemitismo su un campo di calcio, ecco cosa è successo
Eh sì, perché Nicolas Anelka, nella stagione 2012/2013, vinse uno Scudetto con la maglia della Juventus, ma non fu affatto protagonista. Vicino al club bianconero in più riprese negli anni precedenti, infatti, l’attaccante francese ci arrivò soltanto nel gennaio 2013, con Antonio Conte in panchina. La sua esperienza juventina, però, fu disastrosa: tre presenze soltanto in Serie A e nulla altro da aggiungere.
Lo stesso Anelka, però, poco dopo, praticamente in quella stessa estate in cui terminò la sua esperienza alla Juventus, tornò a giocare ed essere protagonista in Premier League, con la maglia del West Bromwich Albion, club che in quegli anni militava stabilmente nella prima serie inglese. Il 28 dicembre 2013 si giocava una partita importante, un match contro il West Ham in cui l’ex attaccante del Real Madrid realizzò una doppietta.

Gesto antisemita, le reazioni
Il match terminò con il risultato di 3-3, ma a far parlare fu soprattutto un’esultanza dello stesso Nicolas Anelka che lo fece finire al centro del ciclone. Nel giro di 5’, infatti, il francese prima pareggia e poi ribalta il risultato. L’allora 34enne punta transalpina, però, non segnava addirittura da 16 mesi e celebrò il ritorno al gol con un gesto che in Francia per molti ha forti connotati antisemiti. Mano sinistra appoggiata sul braccio destro disteso, la famigerata “quenelle”.
Questo gesto viene scambiato per una sorta di saluto nazista al contrario inventato dal comico Dieudonnè in occasione delle elezioni europee del 2009, quando presentò una lista di estrema destra antisionista. Immediate le polemiche in Francia, dove, l’allora ministro dello Sport, Valerie Fourneyron stigmatizzò subito il gesto, dicendo: “È una provocazione scioccante, deprimente. Non c’è posto per l’antisemitismo e l’incitazione all’odio sui campi di calcio”. La Federcalcio inglese, dal canto suo, aprì un’inchiesta, ma poi non prese alcun provvedimento, mentre Anelka ed il suo allenatore minimizzarono il gesto, dicendo che non voleva essere un messaggio antisemita, ma una forma di sostegno al comico Dieudonne, che nel frattempo era finito ai margini nel mondo dello spettacolo francese.