Quando si dice che le motivazioni fanno la differenza, non è riferito solo a chi va in campo a dare calci ad un pallone, ma anche a chi usa un fischietto. Daniele Doveri ormai le motivazioni non le ha più e sabato al Liberati lo si è visto arbitrare in modo superficiale e distratto. Ha passeggiato per il campo, ha fischiato pochissimo, rischiando di far incattivire la contesa. Per non parlare della gestione disciplinare, ha graziato giocatori di entrambe le squadre anche con entrate pericolose. Ha infilato la mano in tasca per riammonire Favilli salvo poi ripensarci, ha consentito al genoano Yalcin di aggredire Sorensen che era a terra. Poi tanto per non farsi mancare niente è protagonista di quella pietosa scena finale, fischiare la fine e poi richiamare tutti in campo. Dei 5 minuti di recupero, comunque pochi, ne fa giocare in tutto non più di 4. Sul rigore non ha responsabilità oggettive, questi ormai sono rigorini che nessun arbitro fischia sul campo, costretti poi a farlo dopo la segnalazione del Var.
La serie B merita rispetto, questi personaggi ormai alla frutta vengono a fare una scampagnata, oltretutto con un comportamento altezzoso e arrogante.
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