I RITRATTI DI DAVID MICACCHI, CORRADO VICIANI-2^ Parte

di David Micacchi

1^ parte ( https://www.ternanatime.com/2022/01/12/i-ritratti-di-david-micacchi-corrado-viciani-1-parte/ )

La società non lesina ad ogni modo sforzi in sede di campagna acquisti: oltre al difensore Mauro Agretti e all’attaccante Nicola Traini dal Perugia, arrivano a Terni fra gli altri il portiere Giancarlo Alessandrelli dalla Juventus, e i centrocampisti Bruno Beatrice dall’Arezzo e Renato Luchitta dal Cesena. Tali innesti, unitamente alla conferma di pilastri quali Russo, Benatti, Mastropasqua, Rosa, Cardillo e capitan Marinai non riusciranno tuttavia a garantire una sufficiente solidità al progetto. Nonostante il gioco dei rossoverdi raccolga consensi fra tifosi, addetti ai lavori e stampa sportiva, e l’entusiasmo della tifoseria rappresenti un valore aggiunto in occasione delle gare disputate nel nuovo impianto di gioco intitolato a Libero Liberati, la concorrenza risulta da subito troppo attrezzata per la matricola umbra: solo tre le vittorie ottenute nell’arco del torneo, contro Bologna, Verona e Vicenza, e l’ultimo posto in classifica a sancire un’immediata retrocessione.   

Corrado Viciani cede il timone a Enzo Riccomini, e prosegue di nuovo lontano da Terni un cammino professionale che lo conduce in terra siciliana, al Palermo di Renzo Barbera, dove ha modo di perfezionare il suo peculiare impianto di gioco trascinando i rosanero, formazione di Serie B, ad una storica finale di Coppa Italia (poi persa contro il Bologna ai rigori), e l’anno dopo sfiorando la promozione in A. Nella seconda metà degli anni Settanta spende la propria carriera fra Avellino, in B, Cava dei Tirreni (serie C) e Vicenza, dove subentra a stagione in corso senza tuttavia riuscire a evitare la retrocessione dalla B dei biancorossi.

Corrado Viciani, il ” maestro “

Il terzo atto della sua storia d’amore con la Ternana si consuma così a partire dalla stagione 1981/82: i rossoverdi ripartono dalla C1, dopo la retrocessione di due anni prima. Il presidente Adriano Garofoli lascerà le redini della società a Massimo Giubilei, non prima di aver riconsegnato i destini tecnici della squadra a Viciani, dopo l’ultima travagliata gestione: Giulio Nuciari in porta, un giovane Nicola Peragine, Pasqualino Borsellino in mezzo al campo e una fase offensiva affidata a Bruno Zanolla e Dino Pagliari, per una salvezza tranquilla, soprattutto se paragonata a quella conseguita nella successiva, turbolenta stagione. In ambito societario Giubilei cede ben presto il passo, favorendo dapprima la nomina ad interim di Giuseppe Gori, fino al ritorno al vertice di Giorgio Taddei. Dopo appena sette giornate e la sconfitta di Casarano, Viciani viene sostituito da Romano Matté, per una breve parentesi di appena sei gare prima del ritorno in capo del Maestro e il raggiungimento di una tribolata salvezza, ottenuta a scapito di Livorno e Reggina grazie alla classifica avulsa, grazie alla vittoria di Rende e in generale all’apporto di elementi quali Gabriele Ratti, Peragine, Borsellino e un Silvio Paolucci decisivo in zona gol.

Per la successiva stagione di C, il nuovo allenatore della Ternana è Giovanni Meregalli. Per Viciani si tratta dell’ennesimo arrivederci: negli anni successivi, la sua carriera vive una breve fase di ridimensionamento, alla luce delle non certo significative esperienze di Civitanova, subentrato a Osvaldo Jaconi e da questi successivamente sostituito, Cava, Foggia, in C1, e Torre del Greco, portando in corsa alla salvezza in C2 la compagine locale. Alle viste, il quarto e ultimo incrocio coi colori rossoverdi: anno di grazia 1987, la Ternana vive da anni una crisi economica attraversata dalla transizione della proprietà societaria da Taddei a Domenico Migliucci, il quale ultimo a dispetto di proclami e speranze non era riuscito a risollevare le sorti finanziarie del sodalizio rossoverde. Viciani si trova a giocare l’ingrato ruolo di salvatore della patria. La Ternana è fallita, il nuovo presidente Alfiero Vagnarelli è in procinto di rilevare in affitto la società assieme a Giovanni Vico, nel frattempo sulla panchina rossoverde si sono succeduti anche solo nominalmente nel breve volgere di tre mesi Mario Facco, Ezio Volpi, ancora Facco, Giovanni Masiello e Beniamino Di Giacomo.

Il prode Corrado, accettato il nuovo incarico ai primi di novembre, contro ogni pronostico riuscirà a guidare verso una salvezza a dir poco sofferta un gruppo guidato dai vari Cardaio, D’Amico, Coppola e Eritreo. Al termine di quest’ennesima avventura, si consuma l’addio: il nuovo proprietario Gaspare Gambino porta con sé per la panchina un giovane Claudio Tobia. La Ternana volta pagina, Corrado Viciani spende gli ultimi scampoli della propria vita professionale fra Livorno e Torre del Greco, ancora in C2. 

E ai conti, più di mille parole, a rendere la giusta dimensione di una carriera straordinaria e dell’indissolubile legame con i colori rossoverdi di questo magnifico, carismatico e irraggiungibile rivoluzionario del calcio sono i numeri: 256 presenze sulla panchina della Ternana, nell’arco di sette stagioni. Un campionato si Serie C e uno di serie B vinti. Un torneo di Serie A alla guida dei rossoverdi. E su tutto, e prima di tutto, l’inestinguibile gratitudine di una città intera, umile per tradizione, semplice per attitudine, che ha conosciuto le luci della massima ribalta sportiva grazie agli insegnamenti, alla dedizione e alla professionalità di un grande uomo, prima ancora che di un maestro. 

Il profeta del gioco corto.

Ci mancherai, Corrado. Come un’aria di gloria, un brivido di gioia, un porto sicuro chiuso all’approdo. Una pagina di storia della Ternana, grande quanto la sua intera storia.

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