I ritratti di Davide Micacchi, Mario Frick-2^ parte

1^ parte (https://www.ternanatime.com/2021/07/30/ferever-mario-frick-che-attaccante-1-parte/)

Nulla a che vedere tuttavia con quanto andrà a caratterizzare la successiva, quarta avventura in rossoverde di un Mario Frick, reduce dai sedici gol realizzati nel corso del torneo appena concluso, sempre più centrale nei destini agonistici di una compagine alla ricerca della propria realistica dimensione, e affidata alla guida tecnica di Antonio Sala. Per la fase offensiva, tutto gravita attorno alla riconferma dell’attaccante di lingua tedesca, con gli arrivi dell’esperto Davide Dionigi, dal Bari, e del giovane Daniele Corvia, dalla Roma, a compensare le partenze di Salgado, Vieri e Comandini, oltre al mancato ritorno di Zampagna.

Mario Frick in una foto di Vairo Nulli

Un inizio di stagione inaspettatamente stentato sul piano dei risultati, sei sconfitte nell’arco delle prime dieci uscite in campionato, e una situazione ambientale di complessa gestione, fanno da infelice contesto per l’operato del buon Mario, capace di andare a segno nel volgere di due mesi solo in occasione del pari interno col Pescara di metà settembre, sua la rete che sblocca il risultato, e sul campo dell’Arezzo, pochi giorni dopo, per il gol dell’inutile vantaggio rossoverde.

La terza soddisfazione personale arriva in quel di Vicenza, sua la segnatura che vale il momentaneo pari contro i biancorossi di Camolese, con Brini nel frattempo tornato alla guida di una squadra alle prese con una situazione di classifica drammatica. Il buon Mario non riesce a dare un contributo decisivo ai fini di una salvifica inversione di rotta, e bisogna attendere la metà di novembre per vederlo tornare decisivo con i suoi gol, in corrispondenza del successo carpito al Dall’Ara di Bologna, contro i rossoblu guidati da Mandorlini. Di Frick il punto del raddoppio e quello che chiude il match in pieno recupero, per quella che sarà la sua unica doppietta stagionale. Seguirà a stretto giro la rete del pari, su rigore, messa nel sacco in occasione della gara interna contro la sorprendente capolista Mantova, allenata da Domenico Di Carlo, mentre a chiudere il suo personale girone d’andata a quota sette gol è quello del provvisorio vantaggio casalingo nel match di metà dicembre contro la Cremonese.

Foto Vairo Nulli

Nel mese di gennaio, mentre un Jimenez in rottura prolungata prende la via di Firenze, Frick rimpingua il proprio bottino fino a raggiungere nuovamente la doppia cifra, grazie ai centri fatti registrare ai danni del Bari, alla prima di ritorno, per l’1 a 1, in occasione del successivo impegno casalingo contro la Triestina, suo il gol del definitivo 2 a 2 dagli undici metri, e soprattutto in corrispondenza del successo di misura ottenuto dai rossoverdi contro l’Arezzo di Gustinetti, ancora su calcio di rigore.

E prima che gli sportivi destini dei rossoverdi trovino infausto compimento, al culmine di un’avventura stagionale a dir poco surreale, Mario timbra il cartellino in altre due circostanze, in occasione dell’inutile, provvisorio pareggio di Rimini e, da ultimo, in corrispondenza di quello, beffardo e risolutivo, contro il Brescia di Zeman, alla terzultima, a sbloccare il risultato prima del rocambolesco 2 a 2 finale.

La Ternana retrocede in Prima Divisione, Frick da par suo sfiora il personale fatto registrare appena l’anno prima attestandosi a quota quindici gol. Un punto esclamativo al termine di un rapporto professionale lungo quattro stagioni, terminato nel più straniante e ingeneroso degli epiloghi. La sua avventura calcistica continuerà lontano da Terni, in quel di Siena, tredici reti in tre anni in serie A, prima del ritorno in Svizzera, fra San Gallo e Grasshopper, e dell’addio al calcio professionistico, nel giugno del 2011, col ritorno a casa, al Balzers, sua squadra d’origine. 

Nel mezzo, un’ammirevole e significativa continuità di militanza nelle file della sua Nazionale, fino ad oggi, a quarant’anni compiuti, dopo aver arretrato la propria zona d’azione sul terreno di gioco, dopo aver superato la soglia delle cento presenze e aver fatto registrare il record assoluto di segnature, con sedici gol, nella storia della giovanissima rappresentativa europea.

E in quel di Terni, quale prova tangibile del peso storico del suo passaggio in rossoverde, immane la memoria di uno degli attaccanti più di richiamo che abbiano vestito quei colori così magici, che ci fan venire i brividi.

Grazie, Mario. 

 Davide Micacchi

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